L’orizzonte così lontano
ha una fascia più chiara
come volesse distanziare
ancor più la sua netta via
in quell’illimitata cornice
che plasma il di qua
che vedono i sensi
nel colpo d’occhi globale
che lo inquadra così.
L’arrivo a quel limite
così ovvio di prospettiva
è il bordo dell’usuale
quando guardi
senza espandere altro
che non sia superficie
nell’oltremodo andare
a non guardare altro
che solo apparenza abitudine
che sembra non consentire
di porsi al di qua
vero l’aldilà
come stando staticamente
arroccati di posizione
non sapendo un bel niente
pensando di…sapere molto.
Che fregatura è lo sguardo
quando…oltre l’ovvietà
scopri l’irrisolvibile piacente
che ti chiama da lì
dalla subito dopo striscia
ed è accogliente…
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