Verso il cielo rivolgi
la richiesta d’essere
quella condivisione altra
che non è tuffarsi affatto
nei principi base di vita
quando il bisogno di vivere
sembra attorcigliato intorno
a quel crescere forzato
senza desiderio vero
d’appartenenza di nuove misure
che possibilmente possono crearsi
in quella magia d’appartenenza
che oggi vuoi per te stesso
intriso forse d’addio
mentre cresci e saluti
quella circospezione felpata
quando vorresti l’abbraccio eterno
di non sapere più nulla
dentro il richiamo atavico
di qualcosa che pulsa
nella ferita dei viventi
che nel tempo delle cosità
sembrano persino felici.
Annoveri silenziosamente
nell’inghiottire patenze interiori
quel plausibile sognato
che non potrà mai essere vero
perchè la realtà non si piega
anzi risponde fuggendo
mentre t’uccide di verità…